Preservazione della fertilita

Preservazione della fertilità nei soggetti assegnati femmine alla nascita con incongruenza di genere.

La preservazione della fertilità nelle persone assegnate femmine alla nascita (AFAB) con incongruenza di genere, rappresenta una tematica a cui dare sempre maggiore importanza nel corso del counselling medico e psicologico. La letteratura scientifica riporta che circa il 40-60% di queste persone immagina di avere un figlio nel proprio futuro. Tuttavia, la maggior parte non immagina per sé una genitorialità biologica ma principalmente tramite un processo di adozione.

Ad oggi le persone AFAB che ricorrono alla preservazione della fertilità rappresentano una minoranza. Questo dato può essere spiegato in diversi modi: difficoltà personali (non voler interrompere o posticipare il percorso medico di affermazione di genere; stress legato alla procedura invasiva di preservazione della fertilità; falso timore che ricorrere alla preservazione della fertilità possa ostacolare la prosecuzione dell’iter di affermazione di genere), difficoltà di accesso alla procedura (tempistiche; pochi centri che erogano la procedura con il servizio sanitario e altri in ambito privatistico con costi interamente a carico dell’utente), inadeguato counselling dei professionisti sanitari in merito alla preservazione della fertilità.

Come suggerito dagli ultimi Standard di Cura (SOC 8 ed.), le possibilità di preservazione della fertilità dovrebbero essere discusse idealmente prima di iniziare il percorso medico-chirurgico di affermazione di genere.

Dal punto di vista medico, l’impatto delle terapie di affermazione sulla fertilità è rappresentato da:

Agonisti di rilascio del GnRH (GnRHa), usati sia come bloccanti della pubertà che per indurre uno stato di amenorrea secondaria, riducono la crescita e la maturazione dei gameti, ma il loro effetto risulta essere reversibile alla sospensione della terapia

Testosterone: una terapia prolungata con testosterone nelle persone AFAB può causare anovulazione (con conseguente cessazione delle mestruazioni) ed impatto negativo sulla potenziale fertilità. La persistenza di tale effetto, anche dopo la sospensione della terapia con testosterone, ad oggi non è chiara. Alcuni studi hanno dimostrato il recupero, alla sospensione di tale terapia, di un regolare processo di maturazione follicolare, con possibilità di concepire in modo naturale. Inoltre, uno studio retrospettivo ha trovato tassi simili di recupero ovocitario tra persone AFAB transgender (previa sospensione della terapia con testosterone) e cisgender di età e indice di massa corporea simili. Altri studi, invece, hanno ipotizzato una degenerazione microcistica dei follicoli ovarici che permane anche dopo la sospensione della terapia con testosterone.

Mancano, ad oggi, studi prospettici che abbiano valutato gli effetti di una terapia ormonale di affermazione di genere assunta per un lungo periodo, (per esempio iniziata in adolescenza) sulla fertilità.

Inoltre, il trattamento chirurgico di affermazione di genere (isterectomia, associato o meno ad una ovariectomia), potrebbe compromettere irreversibilmente la fertilità. Pertanto, è opportuno offrire alle persone con incongruenza di genere interessate alla preservazione della fertilità la possibilità di usufruire di tecniche atte alla preservazione della stessa prima di trattamenti medici e chirurgici di affermazione di genere.

La tecnica principale per preservare la fertilità nei soggetti AFAB consiste nella crioconservazione degli ovociti. Questa procedura prevede la stimolazione ovarica con gonadotropine, monitoraggi frequenti (spesso eseguiti con ecografie transvaginali) e il recupero degli ovociti per via transvaginale. Una tecnica alternativa è rappresentata dalla crioconservazione del tessuto ovarico, che prevede l’asportazione chirurgica di tale tessuto da cui poi recuperare gli ovociti e maturarli in vitro). Questa tecnica, comunque, al momento rimane sperimentale. Una rappresentazione generale delle tecniche per la preservazione della fertilità nei soggetti AFAB è riportata e descritta nella tabella sottostante.

Gli ovociti (o gli embrioni) crioconservati possono poi essere impiegati per ottenere una gravidanza mediante tecniche di fecondazione assistita. Tuttavia, al momento, la normativa italiana (Legge n. 40/2004) consente l’accesso alle tecniche di riproduzione assistita soltanto a coppie coniugate o conviventi di sesso diverso. Ciò significa che i singoli individui e le coppie omosessuali sono ad oggi escluse dall’accesso a tale trattamento. Gli ovociti crioconservati possono poi essere donati ma in Italia la donazione di gameti può essere solo anonima. Non è quindi possibile donare ovociti alla propria compagna. Comunque, gli ovociti rimangono di proprietà della persona e possono essere richiesti e trasportati in un altro Paese dove le leggi sono diverse.

Tecnica DescrizioneUtilizzo
Crioconservazione degli ovocitiDopo stimolazione ovarica,
recupero e crioconservazione
degli ovociti
Partner maschile: utilizzo di seme
del partner, ricorso a gestazione
per altri
Partner femminile: utilizzo di
seme da donatore, impianto in
utero della partner
Crioconservazione del tessuto ovaricoAsportazione chirurgica di
tessuto ovarico da crioconservare
e poi fare maturare in vitro
Partner maschile: utilizzo di seme
del partner, ricorso a gestazione
per altri
Partner femminile: utilizzo di
seme da donatore, impianto in
utero della partner
Crioconservazione degli
embrioni
Dopo stimolazione ovarica e
recupero degli ovociti,
crioconservazione e
fertilizzazione degli ovociti per
ottenere embrioni da
crioconservare
Partner maschile: utilizzo di seme
del partner, ricorso a gestazione
per altri
Partner femminile: utilizzo di
seme da donatore, impianto
dell’embrione in utero della
partner
Tabella. Tecniche di preservazione della fertilità in soggetti AFAB

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A cura di Andrea Del Barba, Lorenzo Marinelli (ultimo aggiornamento novembre 2022).

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